SA DIE DE SA SARDIGNA

Valentina Panzera

Sa Die de sa Sardigna: L’Orgoglio del Popolo Sardo

Sa Die de sa Sardigna, celebrata il 28 aprile, è una data simbolica per il popolo sardo.

Conosciuta anche come Giornata del Popolo Sardo o Sa Die de s’Acciappa, questa ricorrenza è dedicata alla memoria dell’insurrezione che, nel 1794, portò alla cacciata dei funzionari piemontesi da Cagliari.


Le Origini della Festa


Istituita nel 1993 con la Legge Regionale n. 44, questa giornata ricorda uno degli episodi più significativi nella storia della Sardegna: l'insurrezione dei vespri sardi.

Nel 1794, la popolazione cagliaritana, stanca dell’oppressione sabauda, si ribellò contro il viceré Vincenzo Balbiano e gli amministratori piemontesi, costringendoli a lasciare l’isola.


Un Passato di Oppressione


La dominazione piemontese della Sardegna iniziò tra il 1718 e il 1720, trasformando l’isola in una colonia.

I Sardi erano esclusi dalla politica e dalle cariche amministrative, generando malcontento diffuso.

Eventi internazionali come la Rivoluzione Francese e la resistenza al tentativo di conquista di Napoleone Bonaparte nel 1793 alimentarono il desiderio di riscatto.


Quando il governo sabaudo rifiutò di accogliere le richieste di maggiore autonomia amministrativa, la tensione esplose: il 28 aprile 1794, i Cagliaritani si mobilitarono per catturare e deportare i funzionari piemontesi.


L'Ingegno dei Cagliaritani


Durante i moti, i cittadini adottarono un espediente originale per distinguere i piemontesi dagli autoctoni: chiedevano di pronunciare la parola cixiri (ceci), impronunciabile per chi non fosse sardo.

Chi falliva veniva immediatamente individuato e catturato.


Giovanni Maria Angioy: Il Leader Rivoluzionario


Uno dei protagonisti di questo periodo fu Giovanni Maria Angioy, magistrato inviato dal governo sabaudo per sedare i moti nelle zone interne.

Durante il suo viaggio, Angioy abbracciò le cause del popolo, diventando un leader rivoluzionario.

Con il sostegno delle comunità dell’interno, marciò verso Cagliari per rivendicare autonomia e giustizia, ma il suo movimento si fermò a Oristano.

Braccato, si rifugiò in Francia, dove morì in esilio.


Un Simbolo di Orgoglio


Nonostante il fallimento della rivoluzione, Sa Die de sa Sardigna rimane un simbolo di unità e orgoglio per il popolo sardo, un ricordo indelebile della lotta per la libertà e la dignità.


Scopri di più sulla storia e le tradizioni della Sardegna nel nostro sito dedicato a Cagliari: storie, eventi e cultura ti aspettano per immergerti nella ricchezza di questa terra unica.

Il giorno della Sardegna


Il fuoco ardente che si è acceso,
in terra antica, il popolo fiero,
nel nostro cuore portava orgoglio,
scritto in sangue, storia e suolo.


Il ventotto d’aprile, che non si dimentica,
tutta la Sardegna si è ribellata:
un respiro di libertà profondo,
come un ruggito che scuote il mondo.


Da Cagliari fino all’Ogliastra,
le pianure, le coste, le zone interne,
un’isola sola, unita e forte,
scaccia lo straniero che porta la morte.


Cacciaste gli invasori,
che con inganno e promesse amare
portavano oppressione e dolore,
ma il nostro popolo aveva ardore.


Canta la gente nelle strade che risuonano,
"Libertà nostra, torna a noi!" gridano,
il giorno glorioso che ci ha fatto storia,
una pagina scritta in eterna memoria.


Ti ricordiamo, Sardegna amata,
terra lontana ma sempre legata,
al racconto che narra il passato,
allo spirito libero che mai è calato.


Sia sempre vivo, il giorno glorioso,
una stella che brilla, eterna e luminosa,
il ricordo del giorno che ci unì,
e nel tempo presente sempre ci guidò.

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NOTIZIE ED EVENTI A CAGLIARI

Autore: Valentina Panzera 26 ottobre 2025
C’è un luogo a Cagliari dove la storia non si legge soltanto nei libri, ma si respira nell’aria, tra la pietra calcarea e il silenzio sospeso del tempo: il colle di Tuvixeddu. Parte da qui una delle nostre esperienze più affascinanti: la visita guidata a Tuvixeddu, un viaggio tra mito, memoria e archeologia, pensato per chi vuole scoprire l’anima più antica della città. Guidati da Valentina, guida turistica abilitata, cammineremo lungo i sentieri di un colle che per millenni è stato al centro della vita (e della morte) di Karalis. Qui, tra le rocce scavate e le tombe silenziose, si nasconde la più grande necropoli punica del Mediterraneo: oltre mille sepolture che raccontano riti, simboli e credenze di un popolo capace di dialogare con la natura e di trasformarla in un luogo sacro. Ma Tuvixeddu non è solo archeologia: è una chiave di lettura per comprendere Cagliari nella sua interezza. Dalle prime comunità neolitiche ai Fenici, dai Cartaginesi ai Romani, fino al Medioevo e all’epoca industriale, ogni epoca ha lasciato la sua impronta su questo colle. La visita guidata è un percorso che intreccia le storie di uomini e civiltà, di fede e di lavoro, di distruzione e rinascita. Senza svelare troppo, vi diciamo solo che, passo dopo passo, incontreremo tombe scavate nella roccia, affreschi nascosti, simboli misteriosi e resti di antiche opere idriche romane. Dalla sommità del colle, lo sguardo spazierà sulla laguna di Santa Gilla, dove un tempo sorgeva Santa Igia — la città perduta del Giudicato di Cagliari, oggi sepolta sotto la città moderna. E sarà impossibile non lasciarsi travolgere dal fascino di un paesaggio che, da secoli, unisce sacro e quotidiano. Tuvixeddu è anche un luogo di riflessione: sulla memoria, sulla tutela del patrimonio e su come l’uomo, nei secoli, abbia saputo (e talvolta distrutto) la propria storia in nome del progresso. Davanti al grande “Catino”, la ferita lasciata dalle cave del Novecento, il contrasto tra passato e modernità si fa tangibile — un silenzioso monito sul valore del tempo e sulla necessità di conservarne le tracce. Questa visita non è solo un percorso guidato, ma un’esperienza sensoriale ed emotiva. È un invito a guardare oltre le apparenze, a immaginare la vita che si muoveva tra queste rocce, a percepire la spiritualità di un luogo che ha accompagnato Cagliari fin dalle sue origini. 👉 Se ami la storia, l’archeologia e i misteri della tua città, e vuoi vivere un’esperienza totalmente immersa nella fascino di un colle antico Tuvixeddu è una tappa imprescindibile. Prenota la tua visita guidata e lasciati accompagnare in un viaggio indimenticabile tra le radici più profonde di Cagliari. 📍 Colle di Tuvixeddu – Cagliari 👩‍🏫 Guida turistica abilitata n. 20001280 📅 Date e orari su richiesta 📞 Info e prenotazioni WhatsApp: 392 9357962 Un’esperienza firmata Cagliari Vivere in Vacanza – per riscoprire la città dove tutto è cominciato.
Autore: Valentina Panzera 13 settembre 2025
Oggi vi portiamo in un piccolo viaggio nel passato della Sardegna, alla scoperta del suo nome antico e di uno studioso che ha riflettuto profondamente sulle sue origini: il canonico Giovanni Spano. Il nome “Sardegna” e le ipotesi antiche Giovanni Spano pubblicò un testo intitolato “Memoria sopra il nome di Sardegna e degli antichi Sardi in relazione coi monumenti dell’Egitto illustrati dall’egittologo F. Chabas” (1873). In questo scritto si interroga su quale sia l’origine del nome Sardegna. Spano cercava legami storici e linguistici con altri popoli antichi, confrontando monumenti, iscrizioni, e riferimenti, per capire se ci fossero analogie tra gli antichi Sardi e alcune culture mediterranee, come quella egiziana. Ovviamente, molte delle ipotesi sono speculazioni storiche, basate su fonti limitate: iscrizioni, documenti sparsi, tradizioni orali. Ma è proprio questa mescolanza tra storia documentata, mito, lingua, antropologia che rende affascinante la questione. Chi era il Canonico Giovanni Spano Nato a Ploaghe nel 1803, Spano fu sacerdote, archeologo, linguista ed etnologo. Ha contribuito moltissimo alla costruzione della memoria storica della Sardegna. Ha curato lavori fondamentali come il Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, memorie sui nuraghi, studi di epigrafia, collezioni archeologiche. Spano non aveva tutte le risposte, ma il suo metodo: cercare, confrontare, esplorare le fonti antiche, documentare ogni possibile indizio: questo è ciò che lo rende un personaggio chiave nel capire cosa la Sardegna è stata, e da dove può aver preso il suo nome. L’evoluzione dell’attuale nome “Sardegna” Il nome “Sardegna” deriva dal latino Sardinia, usato dai Romani per identificare l’isola, e dal popolo che vi abitava: i Sardi. I Greci la chiamavano Sardò o Sardṓ (Σαρδώ), e si ritiene che il nome “Sardin-” abbia radici antichissime, forse legate a popoli del Mediterraneo orientale (es. Lidia). “Ichnusa” e la leggenda dietro quel nome Una delle denominazioni più antiche per la Sardegna è Ichnusa (in greco antico Ἰχνοῦσσα), che significa “orma”, “impronta”. Il termine nasce probabilmente da ichnos, “orma / traccia”, con riferimento alla forma dell’isola: vista dal mare o dall’alto pare un’orma / impronta di piede. Un altro nome greco è Sandálion o Sandalia, che richiama la forma a “sandalo” o “sandalo-piede” della Sardegna. La leggenda della “forma-impronta” Secondo tradizione popolare, Dio (o gli Dei nelle versioni mitologiche) avrebbe creato l’isola prendendo un po’ di terra, gettandola in mezzo al mare, e calpestandola con il suo piede. In questo modo l’isola avrebbe preso la sua forma attuale: quella di un’impronta divina nel mare. Questa leggenda si collega bene al nome Ichnusa: “l’isola-impronta”. L’idea è evocativa, suggestiva, un modo per associare il territorio non solo a motivi geografici ma anche spirituali, simbolici. Se il tema vi ha incuriosito seguite Cagliari Vivere in Vacanza su tutti i canali social per altri post e articoli tra storia, misteri, leggende e bellezze della nostra terra. E se lavorate o collaborate con il territorio (turismo, cultura, arte, eventi): contattateci! Ci piacerebbe unire forze per raccontare di più, meglio, insieme.
Autore: Valentina Panzera 11 agosto 2025
Ferragosto a Cagliari: la Vestizione della Madonna Dormiente e la Sagra Estiva di Nostra Signora di Bonaria