I MISTERI DEL CIMITERO DI BONARIA

Valentina Panzera

I misteri del cimitero di Bonaria: due omicidi e antiche dicerie che avvolgono Cagliari

Cagliari, città ricca di storia e leggende, custodisce tra le sue vie e luoghi sacri misteri inquietanti, come quello del duplice omicidio avvenuto al cimitero di Bonaria nel lontano 1854.


Una vicenda che, tra cronaca e suggestioni, continua ad affascinare gli appassionati di storie oscure.

La mattina del 14 giugno 1854, l’ingresso del cimitero di Bonaria fu teatro di un ritrovamento macabro: Cosimo Lecca, anziano custode del camposanto, fu trovato senza vita, vittima di una violenza inaudita. Il piccolo alloggio in cui viveva era intriso di sangue, segno di un delitto brutale e inspiegabile.


Nonostante l’accanimento, i colpevoli non furono mai identificati. Alcuni dettagli, come una catenina d’oro lasciata al suo posto, fecero dubitare che si trattasse di una rapina.


Come se non bastasse, poche ore dopo, nel vicino convento di Bonaria, fu rinvenuto il corpo di frate Fedele Dessì.

Il religioso era morto nella sua cella chiusa dall’interno, apparentemente suicida, ma le circostanze del decesso sollevarono dubbi: il cappio stretto intorno al collo e le mani legate dietro la schiena parlavano di tutt’altro.

Per proteggere il buon nome del monastero, la morte del frate fu ufficialmente attribuita a un malore.


Due omicidi nella stessa giornata, nello stesso luogo e con protagonisti legati da frequentazioni abituali.

Questo intreccio di eventi diede vita a numerose supposizioni, alimentate da voci che coinvolgevano riti occulti e figure religiose.


Secondo alcune leggende, l’anima inquieta del custode avrebbe rivelato, tramite un medium, di aver assistito a un rito satanico nel cimitero.

Scoperto dai partecipanti, sarebbe stato condannato a morte.


In città, l’eco di queste vicende si mescolò con altre notizie inquietanti: nello stesso periodo si registrarono ben otto suicidi in 24 ore, attribuiti al caldo estivo, ma che per molti erano collegati ai presunti riti blasfemi.


A distanza di oltre un secolo e mezzo, le domande restano senza risposta. Furono solo coincidenze, un tragico incastro di eventi, o dietro queste morti si cela una verità più oscura?


Esplora i misteri di Cagliari


La storia del cimitero di Bonaria è solo uno dei tanti enigmi che avvolgono Cagliari.

Questo luogo, con il suo fascino antico e le sue leggende, è una tappa imperdibile per chi vuole immergersi nell’atmosfera più oscura e intrigante della città. Passeggiare tra le tombe, ascoltare i racconti di questi eventi misteriosi, è un’esperienza che non mancherà di lasciare il segno.

Se sei appassionato di storia e misteri, non perdere l’occasione di scoprire un lato diverso e affascinante di Cagliari.


Vivi la città, tra realtà e leggenda.


Fonte: Cagliari Esoterica di Pierluigi Serra - La Zattera Edizioni

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NOTIZIE ED EVENTI A CAGLIARI

Autore: Valentina Panzera 26 ottobre 2025
C’è un luogo a Cagliari dove la storia non si legge soltanto nei libri, ma si respira nell’aria, tra la pietra calcarea e il silenzio sospeso del tempo: il colle di Tuvixeddu. Parte da qui una delle nostre esperienze più affascinanti: la visita guidata a Tuvixeddu, un viaggio tra mito, memoria e archeologia, pensato per chi vuole scoprire l’anima più antica della città. Guidati da Valentina, guida turistica abilitata, cammineremo lungo i sentieri di un colle che per millenni è stato al centro della vita (e della morte) di Karalis. Qui, tra le rocce scavate e le tombe silenziose, si nasconde la più grande necropoli punica del Mediterraneo: oltre mille sepolture che raccontano riti, simboli e credenze di un popolo capace di dialogare con la natura e di trasformarla in un luogo sacro. Ma Tuvixeddu non è solo archeologia: è una chiave di lettura per comprendere Cagliari nella sua interezza. Dalle prime comunità neolitiche ai Fenici, dai Cartaginesi ai Romani, fino al Medioevo e all’epoca industriale, ogni epoca ha lasciato la sua impronta su questo colle. La visita guidata è un percorso che intreccia le storie di uomini e civiltà, di fede e di lavoro, di distruzione e rinascita. Senza svelare troppo, vi diciamo solo che, passo dopo passo, incontreremo tombe scavate nella roccia, affreschi nascosti, simboli misteriosi e resti di antiche opere idriche romane. Dalla sommità del colle, lo sguardo spazierà sulla laguna di Santa Gilla, dove un tempo sorgeva Santa Igia — la città perduta del Giudicato di Cagliari, oggi sepolta sotto la città moderna. E sarà impossibile non lasciarsi travolgere dal fascino di un paesaggio che, da secoli, unisce sacro e quotidiano. Tuvixeddu è anche un luogo di riflessione: sulla memoria, sulla tutela del patrimonio e su come l’uomo, nei secoli, abbia saputo (e talvolta distrutto) la propria storia in nome del progresso. Davanti al grande “Catino”, la ferita lasciata dalle cave del Novecento, il contrasto tra passato e modernità si fa tangibile — un silenzioso monito sul valore del tempo e sulla necessità di conservarne le tracce. Questa visita non è solo un percorso guidato, ma un’esperienza sensoriale ed emotiva. È un invito a guardare oltre le apparenze, a immaginare la vita che si muoveva tra queste rocce, a percepire la spiritualità di un luogo che ha accompagnato Cagliari fin dalle sue origini. 👉 Se ami la storia, l’archeologia e i misteri della tua città, e vuoi vivere un’esperienza totalmente immersa nella fascino di un colle antico Tuvixeddu è una tappa imprescindibile. Prenota la tua visita guidata e lasciati accompagnare in un viaggio indimenticabile tra le radici più profonde di Cagliari. 📍 Colle di Tuvixeddu – Cagliari 👩‍🏫 Guida turistica abilitata n. 20001280 📅 Date e orari su richiesta 📞 Info e prenotazioni WhatsApp: 392 9357962 Un’esperienza firmata Cagliari Vivere in Vacanza – per riscoprire la città dove tutto è cominciato.
Autore: Valentina Panzera 13 settembre 2025
Oggi vi portiamo in un piccolo viaggio nel passato della Sardegna, alla scoperta del suo nome antico e di uno studioso che ha riflettuto profondamente sulle sue origini: il canonico Giovanni Spano. Il nome “Sardegna” e le ipotesi antiche Giovanni Spano pubblicò un testo intitolato “Memoria sopra il nome di Sardegna e degli antichi Sardi in relazione coi monumenti dell’Egitto illustrati dall’egittologo F. Chabas” (1873). In questo scritto si interroga su quale sia l’origine del nome Sardegna. Spano cercava legami storici e linguistici con altri popoli antichi, confrontando monumenti, iscrizioni, e riferimenti, per capire se ci fossero analogie tra gli antichi Sardi e alcune culture mediterranee, come quella egiziana. Ovviamente, molte delle ipotesi sono speculazioni storiche, basate su fonti limitate: iscrizioni, documenti sparsi, tradizioni orali. Ma è proprio questa mescolanza tra storia documentata, mito, lingua, antropologia che rende affascinante la questione. Chi era il Canonico Giovanni Spano Nato a Ploaghe nel 1803, Spano fu sacerdote, archeologo, linguista ed etnologo. Ha contribuito moltissimo alla costruzione della memoria storica della Sardegna. Ha curato lavori fondamentali come il Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, memorie sui nuraghi, studi di epigrafia, collezioni archeologiche. Spano non aveva tutte le risposte, ma il suo metodo: cercare, confrontare, esplorare le fonti antiche, documentare ogni possibile indizio: questo è ciò che lo rende un personaggio chiave nel capire cosa la Sardegna è stata, e da dove può aver preso il suo nome. L’evoluzione dell’attuale nome “Sardegna” Il nome “Sardegna” deriva dal latino Sardinia, usato dai Romani per identificare l’isola, e dal popolo che vi abitava: i Sardi. I Greci la chiamavano Sardò o Sardṓ (Σαρδώ), e si ritiene che il nome “Sardin-” abbia radici antichissime, forse legate a popoli del Mediterraneo orientale (es. Lidia). “Ichnusa” e la leggenda dietro quel nome Una delle denominazioni più antiche per la Sardegna è Ichnusa (in greco antico Ἰχνοῦσσα), che significa “orma”, “impronta”. Il termine nasce probabilmente da ichnos, “orma / traccia”, con riferimento alla forma dell’isola: vista dal mare o dall’alto pare un’orma / impronta di piede. Un altro nome greco è Sandálion o Sandalia, che richiama la forma a “sandalo” o “sandalo-piede” della Sardegna. La leggenda della “forma-impronta” Secondo tradizione popolare, Dio (o gli Dei nelle versioni mitologiche) avrebbe creato l’isola prendendo un po’ di terra, gettandola in mezzo al mare, e calpestandola con il suo piede. In questo modo l’isola avrebbe preso la sua forma attuale: quella di un’impronta divina nel mare. Questa leggenda si collega bene al nome Ichnusa: “l’isola-impronta”. L’idea è evocativa, suggestiva, un modo per associare il territorio non solo a motivi geografici ma anche spirituali, simbolici. Se il tema vi ha incuriosito seguite Cagliari Vivere in Vacanza su tutti i canali social per altri post e articoli tra storia, misteri, leggende e bellezze della nostra terra. E se lavorate o collaborate con il territorio (turismo, cultura, arte, eventi): contattateci! Ci piacerebbe unire forze per raccontare di più, meglio, insieme.
Autore: Valentina Panzera 11 agosto 2025
Ferragosto a Cagliari: la Vestizione della Madonna Dormiente e la Sagra Estiva di Nostra Signora di Bonaria