Marina, il cuore di Cagliari tra mare, storia e sapori

Valentina Panzera

Foto di Andrea Ligas

Marina – La Pola: il quartiere che accoglie da mare

Arrivati a Cagliari via nave o traghetto, dopo il brulichio del porto, c’è un angolo che rapisce lo sguardo: il quartiere Marina, un abbraccio di vicoli, colori e storie, da sempre il primo impatto con la città.


Ed è qui che il vostro viaggio davvero comincia. Se vi guardate intorno, la gente del posto lo chiama ancora “La Pola” o “Lapola”: un nome antico, un vestigio della storia di questo luogo, che ne custodisce l’identità marinara e misteriosa.



Le Origini: da polizza a cittadella


Le radici di Marina affondano nel XIII secolo, quando i Pisani decisero di costruire magazzini e case per i lavoratori del porto.


Il nome curioso — Lapola — deriva dal pisano làppola, cioè palizzata: un sistema di barriere in legno lungo il mare che, fino al XIV secolo, chiudeva la città dalle incursioni notturne.


Progreditosi con la dominazione aragonese e spagnola, il quartiere divenne spazio di scambi, commercio e convivenza di culture: genovesi, siciliani, mercanti e pescatori animarono botteghe e cantieri, rendendolo un crocevia di saperi e sapori.



Tesori Storici da Scoprire


Marina è ricca di bellezze passeggiando tra le sue vie:


  • Museo e chiesa di Sant’Eulalia: sovrastano il quartiere con la loro scalinata imponente. Nel sottosuolo, scavi rivelano resti romani: strade, case e frammenti di vita quotidiana.


  • Chiesa e cripta di Santo Sepolcro: un gioiello nascosto la cui piazzetta omonima (Piazzetta Santo Sepolcro) è uno spazio affascinante per il passeggio e l’ascolto delle voci del quartiere.


  • Chiesa di Santa Lucia, la più antica di Cagliari, testimone dei bombardamenti del 1943: alcune cappelle rimanenti narrano le vicissitudini della guerra.


  • Vecchio Auditorium: oggi i suoi spazi rigenerati raccontano eventi culturali, concerti e performance, segno di rinascita urbana.


  • E ancora, tesori come la chiesa di San Francesco di Paola (ex San Francesco al Molo) e la Manifattura Tabacchi, ex convento e farmacia dei Minimi.



Architettura e Ambienti Urbani


Marina presenta case tipiche dei quartieri marinari: palazzi color pastello, balconcini in ferro battuto e vicoli stretti che riecheggiano di storie e voci. 


Via Roma, con i suoi portici e palazzi in stile Liberty e neoclassico, e largo Carlo Felice, un tempo cinta muraria, raccontano l’evoluzione urbana tra vecchio e contemporaneo.


In via Manno, tra antichi palazzi nobiliari e botteghe, si respira la Cagliari autentica, quella del commercio slow e dell’incontro tra tradizione e contemporaneo.



Piazzette e Movida


  • Piazzetta Savoia è il cuore pulsante della movida culturale del quartiere. Una piazza raccolta, incorniciata da palazzi liberty, caratterizzata da un grande suggestivo albero e da attività artistiche: reading, concerti jazz, presentazioni letterarie. Qui si socializza con un aperitivo o una cena rilassata.


  • Piazzetta Santo Sepolcro, meno affollata ma ricca di atmosfera: ideale per una pausa tra storia e quotidianità.

In generale, la movida di Marina è più autentica, intima, fatta di incontri culturali e atmosfera rilassata.



Ricettività e Ristorazione


Marina ospita numerose strutture ricettive: B&B, mini‑appartamenti, loft con vista su Piazzetta Savoia o sul porto.

Dalle location romantiche ai più informali alloggi per giovani professionisti.


Gli ospiti cercano esperienze genuine, contatto con la città e comodità, e Marina risponde perfettamente.


In termini di ristorazione, la scelta è ampia e multiculturale:


  • Specialità sarde: fregula cun cocciula, panada, bottarga. I sapori di mare incontrano quelli tradizionali, in una sinfonia gastronomica unica.


  • Pesce fresco: grate di crostacei, porti e cene vista acqua.


  • Cucina etnica: gestita da comunità seconde generazioni, arricchita da input internazionali, un’occasione per scoprire sapori oltre la Sardegna.


Perfetti luoghi dove mangiare passeggiando per i vicoletti: tutte le tipologie di viaggio – culturale, food‑lovers, formato smart traveller – trovano nella Marina un ambiente congeniale.



Popolazione Multiculturale


Marina è un melting pot: comunità storiche si mescolano a presenze più recenti: africani, asiatici, dell’est Europa.


Il quartiere è un crogiolo di lingue, volti e tradizioni, che si riflettono sia nella vita quotidiana sia in proposte culturali e commerciali.


Le botteghe etniche, i mercatini, le iniziative del terzo settore e i dialoghi interculturali rendono Marina un laboratorio di integrazione e storytelling immediato per chi vuole raccontare Cagliari in modo autentico.


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NOTIZIE ED EVENTI A CAGLIARI

Autore: Valentina Panzera 26 ottobre 2025
C’è un luogo a Cagliari dove la storia non si legge soltanto nei libri, ma si respira nell’aria, tra la pietra calcarea e il silenzio sospeso del tempo: il colle di Tuvixeddu. Parte da qui una delle nostre esperienze più affascinanti: la visita guidata a Tuvixeddu, un viaggio tra mito, memoria e archeologia, pensato per chi vuole scoprire l’anima più antica della città. Guidati da Valentina, guida turistica abilitata, cammineremo lungo i sentieri di un colle che per millenni è stato al centro della vita (e della morte) di Karalis. Qui, tra le rocce scavate e le tombe silenziose, si nasconde la più grande necropoli punica del Mediterraneo: oltre mille sepolture che raccontano riti, simboli e credenze di un popolo capace di dialogare con la natura e di trasformarla in un luogo sacro. Ma Tuvixeddu non è solo archeologia: è una chiave di lettura per comprendere Cagliari nella sua interezza. Dalle prime comunità neolitiche ai Fenici, dai Cartaginesi ai Romani, fino al Medioevo e all’epoca industriale, ogni epoca ha lasciato la sua impronta su questo colle. La visita guidata è un percorso che intreccia le storie di uomini e civiltà, di fede e di lavoro, di distruzione e rinascita. Senza svelare troppo, vi diciamo solo che, passo dopo passo, incontreremo tombe scavate nella roccia, affreschi nascosti, simboli misteriosi e resti di antiche opere idriche romane. Dalla sommità del colle, lo sguardo spazierà sulla laguna di Santa Gilla, dove un tempo sorgeva Santa Igia — la città perduta del Giudicato di Cagliari, oggi sepolta sotto la città moderna. E sarà impossibile non lasciarsi travolgere dal fascino di un paesaggio che, da secoli, unisce sacro e quotidiano. Tuvixeddu è anche un luogo di riflessione: sulla memoria, sulla tutela del patrimonio e su come l’uomo, nei secoli, abbia saputo (e talvolta distrutto) la propria storia in nome del progresso. Davanti al grande “Catino”, la ferita lasciata dalle cave del Novecento, il contrasto tra passato e modernità si fa tangibile — un silenzioso monito sul valore del tempo e sulla necessità di conservarne le tracce. Questa visita non è solo un percorso guidato, ma un’esperienza sensoriale ed emotiva. È un invito a guardare oltre le apparenze, a immaginare la vita che si muoveva tra queste rocce, a percepire la spiritualità di un luogo che ha accompagnato Cagliari fin dalle sue origini. 👉 Se ami la storia, l’archeologia e i misteri della tua città, e vuoi vivere un’esperienza totalmente immersa nella fascino di un colle antico Tuvixeddu è una tappa imprescindibile. Prenota la tua visita guidata e lasciati accompagnare in un viaggio indimenticabile tra le radici più profonde di Cagliari. 📍 Colle di Tuvixeddu – Cagliari 👩‍🏫 Guida turistica abilitata n. 20001280 📅 Date e orari su richiesta 📞 Info e prenotazioni WhatsApp: 392 9357962 Un’esperienza firmata Cagliari Vivere in Vacanza – per riscoprire la città dove tutto è cominciato.
Autore: Valentina Panzera 13 settembre 2025
Oggi vi portiamo in un piccolo viaggio nel passato della Sardegna, alla scoperta del suo nome antico e di uno studioso che ha riflettuto profondamente sulle sue origini: il canonico Giovanni Spano. Il nome “Sardegna” e le ipotesi antiche Giovanni Spano pubblicò un testo intitolato “Memoria sopra il nome di Sardegna e degli antichi Sardi in relazione coi monumenti dell’Egitto illustrati dall’egittologo F. Chabas” (1873). In questo scritto si interroga su quale sia l’origine del nome Sardegna. Spano cercava legami storici e linguistici con altri popoli antichi, confrontando monumenti, iscrizioni, e riferimenti, per capire se ci fossero analogie tra gli antichi Sardi e alcune culture mediterranee, come quella egiziana. Ovviamente, molte delle ipotesi sono speculazioni storiche, basate su fonti limitate: iscrizioni, documenti sparsi, tradizioni orali. Ma è proprio questa mescolanza tra storia documentata, mito, lingua, antropologia che rende affascinante la questione. Chi era il Canonico Giovanni Spano Nato a Ploaghe nel 1803, Spano fu sacerdote, archeologo, linguista ed etnologo. Ha contribuito moltissimo alla costruzione della memoria storica della Sardegna. Ha curato lavori fondamentali come il Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, memorie sui nuraghi, studi di epigrafia, collezioni archeologiche. Spano non aveva tutte le risposte, ma il suo metodo: cercare, confrontare, esplorare le fonti antiche, documentare ogni possibile indizio: questo è ciò che lo rende un personaggio chiave nel capire cosa la Sardegna è stata, e da dove può aver preso il suo nome. L’evoluzione dell’attuale nome “Sardegna” Il nome “Sardegna” deriva dal latino Sardinia, usato dai Romani per identificare l’isola, e dal popolo che vi abitava: i Sardi. I Greci la chiamavano Sardò o Sardṓ (Σαρδώ), e si ritiene che il nome “Sardin-” abbia radici antichissime, forse legate a popoli del Mediterraneo orientale (es. Lidia). “Ichnusa” e la leggenda dietro quel nome Una delle denominazioni più antiche per la Sardegna è Ichnusa (in greco antico Ἰχνοῦσσα), che significa “orma”, “impronta”. Il termine nasce probabilmente da ichnos, “orma / traccia”, con riferimento alla forma dell’isola: vista dal mare o dall’alto pare un’orma / impronta di piede. Un altro nome greco è Sandálion o Sandalia, che richiama la forma a “sandalo” o “sandalo-piede” della Sardegna. La leggenda della “forma-impronta” Secondo tradizione popolare, Dio (o gli Dei nelle versioni mitologiche) avrebbe creato l’isola prendendo un po’ di terra, gettandola in mezzo al mare, e calpestandola con il suo piede. In questo modo l’isola avrebbe preso la sua forma attuale: quella di un’impronta divina nel mare. Questa leggenda si collega bene al nome Ichnusa: “l’isola-impronta”. L’idea è evocativa, suggestiva, un modo per associare il territorio non solo a motivi geografici ma anche spirituali, simbolici. Se il tema vi ha incuriosito seguite Cagliari Vivere in Vacanza su tutti i canali social per altri post e articoli tra storia, misteri, leggende e bellezze della nostra terra. E se lavorate o collaborate con il territorio (turismo, cultura, arte, eventi): contattateci! Ci piacerebbe unire forze per raccontare di più, meglio, insieme.
Autore: Valentina Panzera 11 agosto 2025
Ferragosto a Cagliari: la Vestizione della Madonna Dormiente e la Sagra Estiva di Nostra Signora di Bonaria