Palazzo Asquer e la Famiglia Asquer

Valentina Panzera

Storia, Misteri e il Conte Rosso a Cagliari

Nel cuore del quartiere storico di Castello a Cagliari, il maestoso Palazzo Asquer si erge come testimone silenzioso di secoli di storia, misteri e leggende legate alla nobile famiglia Asquer.


La Famiglia Asquer: dalle Origini Liguri alla Nobiltà Sarda


Originaria della Liguria, la famiglia Asquer si stabilì a Cagliari nel XV secolo, emergendo rapidamente come influente casato mercantile all'interno della comunità genovese locale. 

Nel 1640, Giovan Battista Asquer ottenne il cavalierato ereditario e partecipò al Parlamento del 1643 come membro dello stamento militare. 

Da quel momento, gli Asquer presero parte a tutti i parlamenti successivi, consolidando il loro ruolo nella nobiltà sarda. 


Attraverso l'alleanza matrimoniale con la famiglia Gessa, divennero titolari del feudo di Fluminimaggiore, ampliando ulteriormente la loro influenza e prestigio.


La Storia del "Conte Rosso"


A Cagliari, il titolo di "Conte Rosso" è stato attribuito all'avvocato Giuseppe Asquer, un membro della famiglia Asquer che si distinse per il suo impegno sociale e politico. 


Consigliere regionale dal 1949 al 1961, Asquer fu vicepresidente dell'assemblea per tre legislature, militando prima nel Partito Sardo d'Azione e successivamente nel Partito Socialista. 


La sua inclinazione verso ideali progressisti e il suo impegno per il bene comune gli valsero l'appellativo di "Conte Rosso".


Alla sua morte nel 1962, Asquer lasciò in eredità alla Regione Sardegna la sua residenza, Villa Asquer in Viale Ciusa, con l'obbligo di trasformarla in un collegio per studenti meritevoli e bisognosi. 


Nonostante le intenzioni testamentarie, la villa ha attraversato periodi di abbandono e degrado, diventando rifugio per senzatetto e sbandati. 


Nel 2011, la Curia ha manifestato l'intenzione di acquisire la villa per destinarla a un centro di ascolto gestito dalla Caritas, sollevando dibattiti sulla coerenza di tale destinazione con le volontà del "Conte Rosso”.


Palazzo Asquer: Un Gioiello Architettonico tra Storia e Mistero


Situato in Via Lamarmora 80, Palazzo Asquer rappresenta un esempio distintivo del Barocchetto Piemontese. 


Costruito nella seconda metà del XVIII secolo, l'edificio si affaccia su Piazza Carlo Alberto e si sviluppa su due piani principali, un piano ammezzato e un piano terra. 


Le finestre dei piani superiori vantano balconi con ringhiere in ferro battuto, mentre il portone principale, incorniciato da pilastri dorici, è sormontato da un timpano triangolare che ospita lo stemma gentilizio dei proprietari.


Durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo subì gravi danni a causa dei bombardamenti del 1943. 

Nel dopoguerra, fu sottoposto a un meticoloso restauro per ripristinare la sua antica magnificenza.


Leggende e Curiosità


Si narra che tra le mura di Palazzo Asquer si celino storie affascinanti e misteriose.


Alcune leggende locali raccontano di passaggi segreti utilizzati durante periodi turbolenti per sfuggire a pericoli imminenti o per collegare il palazzo ad altri edifici strategici del quartiere Castello.


Anche se tali racconti non sono documentati ufficialmente, contribuiscono al fascino enigmatico che avvolge la residenza.


Un'Esperienza da Non Perdere


Per gli appassionati di storia e architettura, una passeggiata tra le vie di Castello fino a Palazzo Asquer offre l'opportunità di immergersi nelle vicende di una delle famiglie più influenti della Sardegna e di ammirare un esempio pregevole di architettura settecentesca.


Il palazzo rappresenta una tappa imperdibile per chi desidera scoprire i segreti e le storie che hanno plasmato Cagliari nel corso dei secoli.


Inoltre, per chi volesse approfondire la storia della famiglia Asquer, l'Associazione Araldica Genealogica Nobiliare della Sardegna ha recentemente aggiornato l'albero genealogico del casato, offrendo una risorsa preziosa per studiosi e appassionati.


Dopo aver ammirato la maestosità di Palazzo Asquer e scoperto le affascinanti vicende della famiglia che gli ha dato il nome, concedetevi un momento di pausa nella suggestiva Piazzetta Carlo Alberto, proprio di fronte al palazzo.


Circondata da antichi edifici, questa piazza è il punto di partenza ideale per perdersi tra le strette vie acciottolate di Castello, dove ogni angolo racconta una storia, ogni pietra custodisce un segreto e ogni scorcio regala uno spettacolo senza tempo.


Lasciatevi guidare dalla curiosità e immergetevi nella magia di uno dei quartieri più affascinanti di Cagliari!

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NOTIZIE ED EVENTI A CAGLIARI

Autore: Valentina Panzera 26 ottobre 2025
C’è un luogo a Cagliari dove la storia non si legge soltanto nei libri, ma si respira nell’aria, tra la pietra calcarea e il silenzio sospeso del tempo: il colle di Tuvixeddu. Parte da qui una delle nostre esperienze più affascinanti: la visita guidata a Tuvixeddu, un viaggio tra mito, memoria e archeologia, pensato per chi vuole scoprire l’anima più antica della città. Guidati da Valentina, guida turistica abilitata, cammineremo lungo i sentieri di un colle che per millenni è stato al centro della vita (e della morte) di Karalis. Qui, tra le rocce scavate e le tombe silenziose, si nasconde la più grande necropoli punica del Mediterraneo: oltre mille sepolture che raccontano riti, simboli e credenze di un popolo capace di dialogare con la natura e di trasformarla in un luogo sacro. Ma Tuvixeddu non è solo archeologia: è una chiave di lettura per comprendere Cagliari nella sua interezza. Dalle prime comunità neolitiche ai Fenici, dai Cartaginesi ai Romani, fino al Medioevo e all’epoca industriale, ogni epoca ha lasciato la sua impronta su questo colle. La visita guidata è un percorso che intreccia le storie di uomini e civiltà, di fede e di lavoro, di distruzione e rinascita. Senza svelare troppo, vi diciamo solo che, passo dopo passo, incontreremo tombe scavate nella roccia, affreschi nascosti, simboli misteriosi e resti di antiche opere idriche romane. Dalla sommità del colle, lo sguardo spazierà sulla laguna di Santa Gilla, dove un tempo sorgeva Santa Igia — la città perduta del Giudicato di Cagliari, oggi sepolta sotto la città moderna. E sarà impossibile non lasciarsi travolgere dal fascino di un paesaggio che, da secoli, unisce sacro e quotidiano. Tuvixeddu è anche un luogo di riflessione: sulla memoria, sulla tutela del patrimonio e su come l’uomo, nei secoli, abbia saputo (e talvolta distrutto) la propria storia in nome del progresso. Davanti al grande “Catino”, la ferita lasciata dalle cave del Novecento, il contrasto tra passato e modernità si fa tangibile — un silenzioso monito sul valore del tempo e sulla necessità di conservarne le tracce. Questa visita non è solo un percorso guidato, ma un’esperienza sensoriale ed emotiva. È un invito a guardare oltre le apparenze, a immaginare la vita che si muoveva tra queste rocce, a percepire la spiritualità di un luogo che ha accompagnato Cagliari fin dalle sue origini. 👉 Se ami la storia, l’archeologia e i misteri della tua città, e vuoi vivere un’esperienza totalmente immersa nella fascino di un colle antico Tuvixeddu è una tappa imprescindibile. Prenota la tua visita guidata e lasciati accompagnare in un viaggio indimenticabile tra le radici più profonde di Cagliari. 📍 Colle di Tuvixeddu – Cagliari 👩‍🏫 Guida turistica abilitata n. 20001280 📅 Date e orari su richiesta 📞 Info e prenotazioni WhatsApp: 392 9357962 Un’esperienza firmata Cagliari Vivere in Vacanza – per riscoprire la città dove tutto è cominciato.
Autore: Valentina Panzera 13 settembre 2025
Oggi vi portiamo in un piccolo viaggio nel passato della Sardegna, alla scoperta del suo nome antico e di uno studioso che ha riflettuto profondamente sulle sue origini: il canonico Giovanni Spano. Il nome “Sardegna” e le ipotesi antiche Giovanni Spano pubblicò un testo intitolato “Memoria sopra il nome di Sardegna e degli antichi Sardi in relazione coi monumenti dell’Egitto illustrati dall’egittologo F. Chabas” (1873). In questo scritto si interroga su quale sia l’origine del nome Sardegna. Spano cercava legami storici e linguistici con altri popoli antichi, confrontando monumenti, iscrizioni, e riferimenti, per capire se ci fossero analogie tra gli antichi Sardi e alcune culture mediterranee, come quella egiziana. Ovviamente, molte delle ipotesi sono speculazioni storiche, basate su fonti limitate: iscrizioni, documenti sparsi, tradizioni orali. Ma è proprio questa mescolanza tra storia documentata, mito, lingua, antropologia che rende affascinante la questione. Chi era il Canonico Giovanni Spano Nato a Ploaghe nel 1803, Spano fu sacerdote, archeologo, linguista ed etnologo. Ha contribuito moltissimo alla costruzione della memoria storica della Sardegna. Ha curato lavori fondamentali come il Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, memorie sui nuraghi, studi di epigrafia, collezioni archeologiche. Spano non aveva tutte le risposte, ma il suo metodo: cercare, confrontare, esplorare le fonti antiche, documentare ogni possibile indizio: questo è ciò che lo rende un personaggio chiave nel capire cosa la Sardegna è stata, e da dove può aver preso il suo nome. L’evoluzione dell’attuale nome “Sardegna” Il nome “Sardegna” deriva dal latino Sardinia, usato dai Romani per identificare l’isola, e dal popolo che vi abitava: i Sardi. I Greci la chiamavano Sardò o Sardṓ (Σαρδώ), e si ritiene che il nome “Sardin-” abbia radici antichissime, forse legate a popoli del Mediterraneo orientale (es. Lidia). “Ichnusa” e la leggenda dietro quel nome Una delle denominazioni più antiche per la Sardegna è Ichnusa (in greco antico Ἰχνοῦσσα), che significa “orma”, “impronta”. Il termine nasce probabilmente da ichnos, “orma / traccia”, con riferimento alla forma dell’isola: vista dal mare o dall’alto pare un’orma / impronta di piede. Un altro nome greco è Sandálion o Sandalia, che richiama la forma a “sandalo” o “sandalo-piede” della Sardegna. La leggenda della “forma-impronta” Secondo tradizione popolare, Dio (o gli Dei nelle versioni mitologiche) avrebbe creato l’isola prendendo un po’ di terra, gettandola in mezzo al mare, e calpestandola con il suo piede. In questo modo l’isola avrebbe preso la sua forma attuale: quella di un’impronta divina nel mare. Questa leggenda si collega bene al nome Ichnusa: “l’isola-impronta”. L’idea è evocativa, suggestiva, un modo per associare il territorio non solo a motivi geografici ma anche spirituali, simbolici. Se il tema vi ha incuriosito seguite Cagliari Vivere in Vacanza su tutti i canali social per altri post e articoli tra storia, misteri, leggende e bellezze della nostra terra. E se lavorate o collaborate con il territorio (turismo, cultura, arte, eventi): contattateci! Ci piacerebbe unire forze per raccontare di più, meglio, insieme.
Autore: Valentina Panzera 11 agosto 2025
Ferragosto a Cagliari: la Vestizione della Madonna Dormiente e la Sagra Estiva di Nostra Signora di Bonaria