Piazza Matteotti rinasce

Valentina Panzera


Piazza Matteotti rinasce: il cuore della mobilità e dell'incontro di Cagliari torna a splendere


Dopo due anni di lavori, Piazza Matteotti ha finalmente riaperto al pubblico, restituendo ai cittadini uno dei luoghi simbolo di Cagliari.


Situata in un punto strategico della città, la piazza rappresenta il cuore della mobilità urbana e un crocevia di incontri e transiti quotidiani.


Qui si affacciano la stazione ferroviaria, il terminal ARST, il porto e il capolinea delle principali linee di autobus CTM, rendendola uno snodo fondamentale per pendolari, studenti e turisti.


Una riqualificazione che valorizza la piazza


Il progetto di riqualificazione ha trasformato Piazza Matteotti in uno spazio moderno e funzionale, migliorandone l'estetica e la fruibilità.


Sono stati ampliati gli spazi pedonali, inserite nuove panchine e ottimizzata la viabilità per garantire maggiore sicurezza e vivibilità.


L'illuminazione è stata completamente rinnovata, contribuendo a creare un'atmosfera più accogliente anche nelle ore serali.


Uno degli elementi più suggestivi della nuova piazza è la fontana a raso con getti d'acqua, un dettaglio architettonico che aggiunge dinamismo e bellezza all'area.

Di notte, la fontana si illumina con zampilli azzurri, creando un effetto scenografico che valorizza ulteriormente il contesto urbano.


Un tributo alla storia: il busto di Giuseppe Verdi e il Palazzo Civico


A pochi passi dalla fontana si erge il busto di Giuseppe Verdi, opera dello scultore cagliaritano Pippo Boero.

La scultura, collocata qui per omaggiare il grande compositore italiano, rappresenta un punto di riferimento storico e culturale per la città.

Curiosamente, sul monumento è incisa la data "1911" invece del corretto anno di morte di Verdi, il 1901, un errore risalente ai restauri post-bellici.


A fare da sfondo alla piazza, lo spettacolare Palazzo Civico di Cagliari domina l'orizzonte con la sua maestosità.

Conosciuto anche come Palazzo Bacaredda, l'edificio è un magnifico esempio di architettura gotico-aragonese con influenze Liberty, costruito tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo.

Dopo i gravi danni subiti durante i bombardamenti del 1943, il palazzo è stato restaurato, tornando al suo splendore originario e ospitando importanti opere d'arte e simboli della storia cagliaritana.


Un luogo di incontro per cittadini e viaggiatori


Oltre a essere un punto di transito per chi arriva o parte da Cagliari, Piazza Matteotti è anche un luogo di incontro per tanti studenti dell'hinterland che ogni giorno raggiungono gli istituti superiori della città.


Grazie agli interventi di riqualificazione, la piazza è ora più accessibile e accogliente, diventando uno spazio dove sostare, incontrarsi e vivere il cuore pulsante della città.


Con questa rinascita, Piazza Matteotti non è solo un nodo della mobilità urbana, ma un vero e proprio simbolo della città, capace di coniugare funzionalità, storia e bellezza in un unico spazio.


Un luogo che accoglie chi parte, chi arriva e chi sceglie di fermarsi per ammirare la sua nuova luce.

CONDIVIDI

NOTIZIE ED EVENTI A CAGLIARI

Autore: Valentina Panzera 26 ottobre 2025
C’è un luogo a Cagliari dove la storia non si legge soltanto nei libri, ma si respira nell’aria, tra la pietra calcarea e il silenzio sospeso del tempo: il colle di Tuvixeddu. Parte da qui una delle nostre esperienze più affascinanti: la visita guidata a Tuvixeddu, un viaggio tra mito, memoria e archeologia, pensato per chi vuole scoprire l’anima più antica della città. Guidati da Valentina, guida turistica abilitata, cammineremo lungo i sentieri di un colle che per millenni è stato al centro della vita (e della morte) di Karalis. Qui, tra le rocce scavate e le tombe silenziose, si nasconde la più grande necropoli punica del Mediterraneo: oltre mille sepolture che raccontano riti, simboli e credenze di un popolo capace di dialogare con la natura e di trasformarla in un luogo sacro. Ma Tuvixeddu non è solo archeologia: è una chiave di lettura per comprendere Cagliari nella sua interezza. Dalle prime comunità neolitiche ai Fenici, dai Cartaginesi ai Romani, fino al Medioevo e all’epoca industriale, ogni epoca ha lasciato la sua impronta su questo colle. La visita guidata è un percorso che intreccia le storie di uomini e civiltà, di fede e di lavoro, di distruzione e rinascita. Senza svelare troppo, vi diciamo solo che, passo dopo passo, incontreremo tombe scavate nella roccia, affreschi nascosti, simboli misteriosi e resti di antiche opere idriche romane. Dalla sommità del colle, lo sguardo spazierà sulla laguna di Santa Gilla, dove un tempo sorgeva Santa Igia — la città perduta del Giudicato di Cagliari, oggi sepolta sotto la città moderna. E sarà impossibile non lasciarsi travolgere dal fascino di un paesaggio che, da secoli, unisce sacro e quotidiano. Tuvixeddu è anche un luogo di riflessione: sulla memoria, sulla tutela del patrimonio e su come l’uomo, nei secoli, abbia saputo (e talvolta distrutto) la propria storia in nome del progresso. Davanti al grande “Catino”, la ferita lasciata dalle cave del Novecento, il contrasto tra passato e modernità si fa tangibile — un silenzioso monito sul valore del tempo e sulla necessità di conservarne le tracce. Questa visita non è solo un percorso guidato, ma un’esperienza sensoriale ed emotiva. È un invito a guardare oltre le apparenze, a immaginare la vita che si muoveva tra queste rocce, a percepire la spiritualità di un luogo che ha accompagnato Cagliari fin dalle sue origini. 👉 Se ami la storia, l’archeologia e i misteri della tua città, e vuoi vivere un’esperienza totalmente immersa nella fascino di un colle antico Tuvixeddu è una tappa imprescindibile. Prenota la tua visita guidata e lasciati accompagnare in un viaggio indimenticabile tra le radici più profonde di Cagliari. 📍 Colle di Tuvixeddu – Cagliari 👩‍🏫 Guida turistica abilitata n. 20001280 📅 Date e orari su richiesta 📞 Info e prenotazioni WhatsApp: 392 9357962 Un’esperienza firmata Cagliari Vivere in Vacanza – per riscoprire la città dove tutto è cominciato.
Autore: Valentina Panzera 13 settembre 2025
Oggi vi portiamo in un piccolo viaggio nel passato della Sardegna, alla scoperta del suo nome antico e di uno studioso che ha riflettuto profondamente sulle sue origini: il canonico Giovanni Spano. Il nome “Sardegna” e le ipotesi antiche Giovanni Spano pubblicò un testo intitolato “Memoria sopra il nome di Sardegna e degli antichi Sardi in relazione coi monumenti dell’Egitto illustrati dall’egittologo F. Chabas” (1873). In questo scritto si interroga su quale sia l’origine del nome Sardegna. Spano cercava legami storici e linguistici con altri popoli antichi, confrontando monumenti, iscrizioni, e riferimenti, per capire se ci fossero analogie tra gli antichi Sardi e alcune culture mediterranee, come quella egiziana. Ovviamente, molte delle ipotesi sono speculazioni storiche, basate su fonti limitate: iscrizioni, documenti sparsi, tradizioni orali. Ma è proprio questa mescolanza tra storia documentata, mito, lingua, antropologia che rende affascinante la questione. Chi era il Canonico Giovanni Spano Nato a Ploaghe nel 1803, Spano fu sacerdote, archeologo, linguista ed etnologo. Ha contribuito moltissimo alla costruzione della memoria storica della Sardegna. Ha curato lavori fondamentali come il Vocabolario sardo-italiano e italiano-sardo, memorie sui nuraghi, studi di epigrafia, collezioni archeologiche. Spano non aveva tutte le risposte, ma il suo metodo: cercare, confrontare, esplorare le fonti antiche, documentare ogni possibile indizio: questo è ciò che lo rende un personaggio chiave nel capire cosa la Sardegna è stata, e da dove può aver preso il suo nome. L’evoluzione dell’attuale nome “Sardegna” Il nome “Sardegna” deriva dal latino Sardinia, usato dai Romani per identificare l’isola, e dal popolo che vi abitava: i Sardi. I Greci la chiamavano Sardò o Sardṓ (Σαρδώ), e si ritiene che il nome “Sardin-” abbia radici antichissime, forse legate a popoli del Mediterraneo orientale (es. Lidia). “Ichnusa” e la leggenda dietro quel nome Una delle denominazioni più antiche per la Sardegna è Ichnusa (in greco antico Ἰχνοῦσσα), che significa “orma”, “impronta”. Il termine nasce probabilmente da ichnos, “orma / traccia”, con riferimento alla forma dell’isola: vista dal mare o dall’alto pare un’orma / impronta di piede. Un altro nome greco è Sandálion o Sandalia, che richiama la forma a “sandalo” o “sandalo-piede” della Sardegna. La leggenda della “forma-impronta” Secondo tradizione popolare, Dio (o gli Dei nelle versioni mitologiche) avrebbe creato l’isola prendendo un po’ di terra, gettandola in mezzo al mare, e calpestandola con il suo piede. In questo modo l’isola avrebbe preso la sua forma attuale: quella di un’impronta divina nel mare. Questa leggenda si collega bene al nome Ichnusa: “l’isola-impronta”. L’idea è evocativa, suggestiva, un modo per associare il territorio non solo a motivi geografici ma anche spirituali, simbolici. Se il tema vi ha incuriosito seguite Cagliari Vivere in Vacanza su tutti i canali social per altri post e articoli tra storia, misteri, leggende e bellezze della nostra terra. E se lavorate o collaborate con il territorio (turismo, cultura, arte, eventi): contattateci! Ci piacerebbe unire forze per raccontare di più, meglio, insieme.
Autore: Valentina Panzera 11 agosto 2025
Ferragosto a Cagliari: la Vestizione della Madonna Dormiente e la Sagra Estiva di Nostra Signora di Bonaria